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Carlo Matteucci (1811-1868)

 

Nasce a Forlì nel 1811. È considerato uno dei fondatori dell’elettrofisiologia. Ancora adolescente, Matteucci manifestò un precocissimo interesse per la fisica, con due memorie pubblicate nel 1827 e nel 1829 di argomento meteorologico. Nel mezzo, conseguì la laurea a Bologna (1828). Il biennio successivo lo trascorse all’Ecole Polytechnique di Parigi, dove il suo talento precoce gli valse l’appoggio di numerosi scienziati e in particolare di Dominique-François-Jean Arago.
Nel 1831 tornò in Italia, prima a Forlì, poi a Bologna (come professore di fisica all’università), e poi a Ravenna, con l’incarico di direttore della farmacia dell’Ospedale. Nel 1840, il naturalista Alexander von Humboldt segnalò Matteucci per la cattedra di fisica sperimentale dell’Università di Pisa, convincendo il granduca Leopoldo ad assegnargli il posto nonostante la giovane età.
Tra il 1836 e il 1844 presentò in diverse sedi europee la sua prima opera di elettrofisiologia, una ricerca sui centri nervosi delle torpedini elettriche – un argomento studiato in Europa già da diversi decenni – in cui individua l’origine cerebrale delle scariche e i loro meccanismi di generazione e propagazione.
Negli stessi anni compì anche numerose ricerche sull’elettrofisiologia dei muscoli. Questi studi, effettuati sulla scia delle precedenti esperienze di Galvani e delle sue idee sull’elettiricità animale, lo condussero alla scoperta delle correnti di demarcazione e d’azione nel muscolo striato. La scoperta della corrente d’azione è considerata il più importante risultato raggiunto da Matteucci, che la osservò nel 1838. Il potenziale d’azione dei muscoli (fenomeno legato alla contrazione) fu poi “riscoperto” da Emile du Bois-Reymond nel 1848-49 e oggi porta il nome del tedesco, con il quale Matteucci ebbe una lunga polemica non solo scientifica. Nel 1846 inventò il chimografo, uno dei primi strumenti per la misurazione e la registrazione degli eventi muscolari nell’organismo.
Insieme ai fisici Riccardo Felici e Enrico Betti nel 1844 fondò la rivista “Il Cimento” (poi “Il Nuovo Cimento” dal 1855). Patriota liberale, si impegnò attivamente e rimase molto deluso dall’esito dei moti del 1848. Nel 1860 divenne senatore a vita, l’anno successivo fu nominato ministro dell’Istruzione pubblica. Muori ad Ardenza nel 1868.

Fonti Primarie
Essai sur les phénomènes électriques des animaux, Paris, Carilian-Goeury et V.Dalmont, 1840. 
Traité des phénomènes électro-physiologiques des animaux. Paris, Fortin, Masson et C.ie, 1844.
Lezioni di elettrofisiologia, Torino, Paravia, 1856. 

Fonti secondarie
N.Bianchi, Carlo Matteucci e l’Italia del suo tempo. Torino, Bocca, 1874.
Moruzzi, G. L’opera elettrofisiologica di Carlo Matteucci, Physis, VI, 2, 1964.