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Psichiatria biologica e terapie da shock – Ugo Cerletti

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Ugo Cerletti and the discovery of Electroshock.
An imaginary interview by Francesco Bollorino, Rossella Valdre, Maria Vittoria Giannelli Ph.D, Università di Genova

Biografia scientifica

È ricordato soprattutto per l'introduzione dell'elettroshock nella pratica medica, che sperimentò negli anni Trenta del Novecento, dopo oltre tre decenni dei esercizio della psichiatria. Si era laureato infatti nel 1901 a Torino, dove aveva studiato con Giovanni Mingazzini e Ezio Sciamanna, docenti di neuropatologia il primo, di psichiatria il secondo. Già in questi anni trascorse un periodo all'estero, ad Heidelberg presso la clinica psichiatrica universitaria, sotto la guida di Franz Nissl e Emil Kraepelin, importanti neuropatologi di livello internazionale.
Appena laureato, divenne assistente a Roma (dove aveva passato parte dell'infanzia), sempre mantenendo stretti contatti con la Germania e indirizzando le sue ricerche verso l'ambito istopatologico, con diversi lavori sulla degenerazione patologica delle strutture cerebrali. In particolare evidenziò il rapporto tra l'infezione da sifilide e l'infiammazione della corteccia (dimostrato due anni dopo con l'individuazione del Treponema pallidum nel parenchima nervoso), e studiò l'evoluzione trofica dei vasi sanguigni nelle patologie arteriosclerotiche.
Poiché la sua famiglia era di origine valtellinese si interessò, insieme a Gaetano Perusini, del gozzo-cretinismo tipico delle valli, un problema cui si dedicò fino alla morte.
Dopo la I guerra mondiale, durante la quale fu attivissimo capitano di sanità negli alpini – fu lui ad introdurre la mimetica bianca per le truppe di sciatori – divenne direttore dell'istituto neurobiologico A. Verga di Milano. Nel 1924 divenne poi professore a Bari e poi a Genova (1928). 
Nel capoluogo ligure, Cerletti sperimentò per la prima volta, su un cane, l'elettrostimolazione per provocare attacchi convulsivi. Tornato a Roma nel 1935 – come direttore della clinica universitaria delle malattie nervose e mentali – con la collaborazione di Lucio Bini usò la stessa tecnica sull'uomo, sulla scia di altri metodi di shock farmacologico sperimentati in Europa nei primi anni Trenta. Il primo trattamento, dallo stesso Cerletti denominato elettroshock, fu somministrato nel 1938, tramite un apparecchio realizzato da Bini. Inizialmente destinato alla cura della schizofrenia, il trattamento fu utilizzato da subito anche per le sindromi maniaco-depressive, per le quali divenne la terapia più comune.
Dopo la II guerra mondiale, l'elettroshock si diffuse rapidamente in tutto il mondo, anche grazie al graduale perfezionamento della tecnica e l'adozione di farmaci da usare in combinazione. Cerletti, che ottenne dal CNR l'istituzione di un centro di studio per la fisiopatologia dell'elettroshock (1947), studiò a lungo il funzionamento del metodo, convincendosi che esso procurasse nel paziente la produzione di sostanza dette "acroagonine", la cui esistenza non fu però mai dimostrata. Negli anni Cinquanta, lo psichiatra romano raggiunse la massima celebrità: presidente della Società italiana di psichiatria dal 1946), ricevette numerosi riconoscimenti accademici, fino alla candidatura al premio Nobel. Successivamente, sempre di più sono state le critiche sollevate nei confronti della sua terapia, dal punto di vista clinico ma soprattutto da quello etico. I movimenti di antipsichiatria ne fecero uno dei bersagli principali della loro critica.

Letture consigliate

Ugo Cerletti, L'elettroshock, Reggio : Poligr. Reggiana, 1940

Ugo Cerletti 

 

 

applicazione dell'elettroshock

 

 

 

 

apparecchi per elettroshock anni '40

 

 

apparecchio per elettroshock anni '40

 

somministrazione dell'elettroshock negli anni '50