La malaria

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Le collaborazioni internazionali


Le scoperte di fine Ottocento sull’eziologia della malaria non ebbero come immediato risultato l’eradicazione della malattia in Italia e nelle altre zone afflitte dall’infezione. L’organizzazione della lotta alla malaria conobbe nella prima metà del Novecento un tentennamento nei metodi da applicare, per quanto con una evidente priorità data alla cura dell’uomo. Retrostante, un acceso dibattito tra due grandi scuole di pensiero: da un lato quella che si rifaceva al microbiologo tedesco Robert Koch che vedeva come strumento per interrompere il ciclo di trasmissione della malattia il chinino, da usare sia come farmaco curativo sia come trattamento profilattico, vale a dire quella che propendeva per la cosiddetta “bonifica umana”; dall’altro la corrente per una disanofelizzazione tramite pesticidi, che seguiva le convinzioni di Ronald Ross.  Koch testò in Nuova Guinea nel 1899 la bonifica umana arrivando a conseguire buoni risultati; a Brioni, isola croata, tale tipologia di intervento permise di debellare l’infezione nel 1901. In Italia Koch, in collaborazione con il medico italiano Bartolomeo Gosio, sperimentò il metodo nella zona maremmana intorno a Grosseto, nel 1899: qui le popolazioni erano mobili la somministrazione del chinino era impraticabile. Quanto a una lotta antimalarica tramite eliminazione del vettore, essa ebbe ottimi esiti negli esperimenti di Ross ad Ismalia, città egiziana sul canale di Suez, nel 1901, nonché permise un controllo della malaria durante la costruzione del canale di Panama (1904-1906), sulle cui terre aveva avanzato questo metodo di intervento il medico statunitense William C. Gorgas. Il sistema della disanofelizzazione fu applicato in Sardegna nell’isola dell’Asinara, dove nel 1900 Claudio Fermi riuscì a eliminare tutte le zanzare, associando distruzione delle larve e lotta alle zanzare adulte. Il metodo di Ross tuttavia lamentava fragilità: la riuscita dipendeva infatti da particolari condizioni ecologiche – insularismo, temperatura, tipologia della popolazione, fattori idrogeologici –  e presupponeva un ingente sforzo economico e umano. Le debolezze dell’approccio di Ross furono sperimentate da Grassi nell’Agro Romano, ove riscontrava in seguito a un grosso intervento antianofelico che la densità di zanzare si riaffermava nelle proporzioni della precedente stagione epidemica Grassi giungeva quindi alla conclusione che solo un’azione combinata di disanofelizzazione e bonifica umana potevano portare all’eradicazione della malaria.




Costruzione Canale di Panama, 1904. Qui il colonnello W. C. Gorgas sperimentò con successo le misure antimalariche e contro la febbre gialla, un’altra malattia infettiva trasmessa dalle zanzare.
http://lcweb2.loc.gov/frd/cs/panama/pa01_04a.jpg
 

 

 

ROBERT KOCH al microscopio