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Psichiatria biologica e terapie da shock – Ugo Cerletti

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The History of Shock Therapy in Psychiatry
Renato M.E. Sabbatini, PhD

 

 

Biografia di Sakel

 

 

The insuline tretment in psychiatry

 

Inquadramento storico e panoramica delle ricerche a livello internazionale

 

La prima shock-terapia a larga diffusione era l'induzione del coma insulinico, messa a punto e praticata per la prima volta nel 1933 da Manfred Joshua Sakel. La terapia, che doveva servire a curare la schizofrenia e la tossicomania, era piuttosto lunga e dolorosa. Il coma ipoglicemico, la «dose coma», veniva indotto una volta al giorno, con un giorno di riposo la settimana. La cura completa comportava dalle 90 alle 120 dosi coma. Il metodo terapeutico di Sakel veniva adottato sistematicamente da Cerletti a Roma a partire dal 1936.
Lo shock insulinico provocava prima del coma contrazioni cloniche, spasmi muscolari, tremori generalizzati, riflessi patologici: manifestazioni che talora sfociavano in un vero e proprio accesso epilettico. Sulla base di questa evidenza ed ipotizzando l'esistenza di un antagonismo tra epilessia e schizofrenia, Joseph Ladislas von Meduna, introduceva nel 1935 la terapia convulsiva con shock indotto da cardiazol. La terapia in poco tempo si diffondeva ampiamente a livello internazionale, nonostante la sua notevole brutalità. Prima di portare alla convulsione e quindi alla perdita di coscienza, l'iniezione di cardiazol infatti instaurava nei pazienti una rigidità ed un pallore cadaverico, accompagnate a sensazioni di morte. Questo particolare e penoso stato si fissava nella memoria del paziente, a differenza degli spasmi tonici generalizzati cancellati dall'amnesia post-convulsiva. Da qui la forte opposizione dei pazienti alla prosecuzione della cura.
Tale inconveniente stimolava soprattutto in Italia la ricerca di nuove sostanze (cloruro d'ammonio per A. Bertolani, acetilcolina per A.M. Fiamberti, adrenalina per V. Cacciapuoti) o metodi alternativi per la terapia convulsiva in psichiatria. Il presupposto teorico continuava comunque ad essere quello di von Meduna sull'antagonismo tra convulsioni e schizofrenia: un'ipotesi ora associata all'idea che sostanze di natura sconosciuta venissero rilasciate dall'organismo in risposta agli accessi convulsivi. Su queste basi, ad esempio venivano eseguiti tentativi di trattare gli schizofrenici con sangue prelevato da epilettici dopo le convulsioni.

Sakel

 

 

somministrazione dose coma