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Psichiatria biologica e terapie da shock – Ugo Cerletti

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Old and New Information about Electroshock.
un articolo di Cerletti su American Journal of Psychiatry, 1950

Le ricerche sui meccanismi d'azione dell'elettroshock e le ipotesi delle acroagonine

 

Cerletti era convinto che l'accesso epilettico rappresentasse in questo caso una preformata e primitiva reazione di spavento-difesa di fronte a determinati stimoli violenti.
Secondo Cerletti, questa concezione adattativa e funzionale delle convulsioni da shock apriva un capitolo di indagine ancora più importante dal punto di vista terapeutico di quello straordinario dell'applicazione dell'elettroshock nella depressione e nella schizofrenia: lo studio della mobilitazione delle reazioni di difesa umorali, endocrine e biochimiche che si verifica nelle terapie convulsive.
Guidato da questo programma di ricerca, Cerletti studiava sugli animali e sull'uomo gli effetti della somministrazione di emulsioni di cervello di animali sottoposti a ripetuti elettroshock. Sulla base di queste osservazioni Cerletti si convinceva che lo stress causato dalle convulsioni provocasse il rilascio nel sangue di "sostanze vitalizzanti", cui dava il nome di acroagonine.
Cerletti mobilitava la clinica di malattie nervose e mentali e il centro CNR per la fisiopatologia dell'elettroshock per la verifica dell'ipotesi delle acroagonine e la definizione di metodiche terapeutiche e applicazioni cliniche incentrate su queste sostanze.
Questa ricerca iniziava dalla preparazione di fiale di sospensione di cervello di maiali sottoposti ad elettroshock in acqua fenicata e quindi si sviluppava nella somministrazione del preparato, nell’osservazione clinica dei suoi effetti. Lunga e per certi versi fantasiosa la serie di esperimenti su soggetti umani e su animali condotta presso il Centro: in pazienti psichiatrici, per rilevare un’eventuale effetto sulla distimia ; nella terapia dell’ozena, una rinite di origine microbica; per saggiare un eventuale aumento della resistenza ai virus, come la rabbia e la poliomielite (con somministrazione intracranica ; per studiare gli effetti sull'accrescimento di cuccioli di cane e sulla reazione cutanea alla tubercolina .
L’applicazione delle acroagonine veniva anche esportata in Francia, in Brasile, in Germania, dove Kornmüller, direttore della sezione di fisiologia del Max Planck Institut für Hirnforschung, formulava un nuovo metodo di preparazione di sospensione fenicate di cervello shockato .
I risultati di tutte queste ricerche davano riscontri discordanti che Cerletti imputava alla estrema variabilità dell’“attività” delle acroagonine, in quanto ancora fluttuante e non rigoroso era il loro metodo di preparazione. Occorreva mettere a punto, secondo Cerletti, un rigido protocollo per l’ottenimento di acroagonine il più efficaci possibile. Ma quali erano gli animali più idonei? Quali le modalità di somministrazione dell’ES (intensità, durata, intervalli tra shock, ecc.)? Quale l’intervallo prima dell’uccisione? Quale la migliore modalità di preparazione della sospensione di cervello e quale la tecnica di conservazione delle acroagonine più efficace? La concettualizzazione delle acroagonine e della loro efficacia terapeutica specificava in questo modo un articolato piano di ricerca che polarizzava, purtroppo in maniera improduttiva, le attività del centro per la fisiopatologia dell’elettroshock fino alla data della sua soppressione, il I luglio 1957 per raggiunti limiti d’età di Cerletti.
L'ipotesi delle acroagonine doveva infatti dimostrarsi infondata. Essa era afflitta da una debolezza congenita di cui in qualche modo era consapevole lo stesso Cerletti: il suo reggersi su osservazioni indirette, su evidenze cliniche e biologiche, nelle quali conseguentemente intervenivano livelli di meccanismi e di variabili diversi e difficili da districare ed isolare senza l'apporto di analisi biochimiche e farmacologiche. Nella relazione sull'Attività svolta dal marzo 1947 al marzo 1948 dal Centro di studio sulla fisiopatologia dell'elettroshock egli affermava: «Ricerche più dirette si sarebbero potute svolgere mediante analisi biochimiche, ma, non potendo disporre di laboratori attrezzati all'uopo e di analisti specializzati e di sicura competenza in questo campo, il "Centro" ha affrontato il problema con prove biologiche sull'uomo e sugli animali.» 

Ugo Cerletti 

 

 

applicazione dell'elettroshock