La malaria

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LA MALARIA NEL MONDO


Ogni anno ci sono circa 500 milioni [è così ???] di casi di malaria nel mondo, gran parte dei quali nell’Africa sub-sahariana. La malattia causa circa un milione di morti all’anno, 90% dei quali sono bambini sotto i 5 anni. In Africa, la malaria rappresenta uno dei principali fattori di carico sanitario (insieme all’HIV/AIDS e alla tubercolosi) per le popolazioni e le istituzioni, in termini di mortalità e di spese sanitarie e di prevenzione. P.vivax e P.falciparum sono i parassiti più diffusi, e in Africa è diffuso soprattutto P.falciparum, il patogeno più grave. Soprattutto in Africa, la malaria ha un impatto socio-economico molto importante, non legato solo alla mortalità infantile, ma anche a tutte le conseguenze dell’infezione in termini di abbassamento di produttività per i lavoratori, di minore frequenza scolastica per i bambini, nonché del ritardo mentale spesso associato alle complicazioni neurologiche della malaria grave. Gravi rischi esistono anche per le donne incinte, che possono andare incontro a gravi anemie e alla perdita del feto. Tutti questi effetti sono ovviamente aggravati da condizioni sociali degradate, in cui altre malattie e la malnutrizione contribuiscono alla creazione di un circolo vizioso estremamente complicato da interrompere. Secondo una stima accreditata, nei paesi ad alta trasmissione, la malaria può arrivare ad incidere negativamente fino all’1.3% sulla crescita economica annuale.
L’impatto epidemiologico è inoltre complicato dalla diffusione della resistenza del parassita ai farmaci, e in particolare alla clorochina, la molecola più economica e largamente usata per decenni. Proprio l’uso improprio e poco controllato del farmaco ha generato per selezione la resistenza del parassita, un fenomeno ormai diffuso in tutta l’Africa subsahariana, dove ora si devono usare altre molecole per trattare l’infezione, con costi maggiori. Un fenomeno più recente, ma ugualmente preoccupante e in espansione, è la resistenza alla sulfadoxina-pirimetamina, già notata nel sud-est asiatico e in Sud-America, e che sta iniziando a emergere in Africa. Per evitare l’insorgenza di resistenze si incentiva ora l’utilizzo, ove possibile, di combinazioni di farmaci. Ottimi risultati per il trattamento sono ottenuti con le terapie basate sull’artemisinina, una molecola estratta dalla pianta Artemisia annua, in combinazione con altri farmaci.
Per la prevenzione, buoni risultati sono stati raggiunti con la distribuzione e l’uso controllato di tende impregnate di insetticida, da utilizzare come zanzariere per porte e finestre, che si sono dimostrate in grado di abbassare notevolmente la trasmissione. Al pari dell’uso dei farmaci, anche l’efficacia delle tende impregnate è legata all’esistenza di strutture sociosanitarie efficienti, in grado di attuare una distribuzione capillare e un controllo sull’uso corretto: le tende devono essere infatti reimpregnate periodicamente e mantenute accuratamente integre, così come è necessario controllare la somministrazione dei farmaci per evitarne l’uso inutile. Ciò presuppone quindi anche un’adeguata capacità di diagnosticare correttamente la malattia. Nonostante i danni ambientali noti, in anni recenti in alcune aree si è fatto di nuovo ricorso agli insetticidi a effetto residuo come il DDT, che in alcuni casi hanno determinato una riduzione della trasmissione. Molte speranze sono legate anche allo sviluppo di vaccini in grado di conferire immunità all’infezione. Tuttavia, questo risultato sembra ancora lontano, nonostante ci siano stati negli ultimi anni risultati incoraggianti.
Tuttavia, la resistenza ai farmaci e il deterioramento delle condizioni sociali hanno fatto sì che il numero di casi in Africa subisse un deciso aumento a partire dagli anni Ottanta del Novecento, e solo alla fine del secolo sono ripresi massicci investimenti internazionali di cooperazione e ricerca per contrastare questa malattia. Tra queste, va sicuramente segnalato il programma Roll Back Malaria (http://www.rollbackmalaria.org/), lanciato nel 1998 dall’OMS, dall’UNICEF, dall’UNDP e dalla Banca Mondiale. Queste nuove iniziative dovranno anche fare i conti con il riscaldamento globale, che potrebbe influenzare positivamente le popolazioni di zanzare, aumentandone la diffusione sul territorio.





DA commons.wikimedia.org
 Rischio importante
 medio
 basso
 quasi nullo
 assenza di malaria grave

 

Tende Impregnate con insetticida (Foto Ferdinando Armati)

 


La diffusione della resistenza alla clorochina nelle diverse zone malariche.
http://www.nature.com/nrmicro/journal/v2/n1/
fig_tab/nrmicro795_F2.html