Blaserna, Pietro
  (Fiumicello in Aquileja, 1836 - Roma 1918)


Figlio di Matteo, regio ingegnere idraulico originario di Monfalcone, e di Caterina Dietrich, di origine tedesca, dopo il ginnasio a Gorizia frequentò a Vienna i corsi universitari di matematica e di fisica, dove si laureò nel 1856. Divenne poi assistente di Andreas von Ettingshausen, allora direttore dell’Istituto di Fisica di Vienna, dal 1857 al 1859, periodo nel quale si dedicò allo studio delle correnti indotte e delle extracorrenti. Blaserna completò quindi la sua formazione di fisico sperimentale alla Sorbonne di Parigi, nel laboratorio di H. V. Regnault, con il quale collaborò allo studio delle proprietà dei gas reali. Grazie alla fama raggiunta come fisico sperimentale, nel 1862 fu nominato incaricato di Fisica presso il Reale Museo di Fisica e di Storia naturale, sezione di Scienze naturali dell’Istituto di Studi Superiore di Firenze e un anno dopo fu chiamato a ricoprire come professore ordinario la cattedra di Fisica sperimentale nell’Università di Palermo. Nel periodo palermitano tornò a occuparsi di correnti indotte, di gas reali, di misurazioni di indici di rifrazione di particolari sostanze, oltre che di questioni di geomagnetismo. In occasione della eclisse totale di Sole del 22 dicembre del 1870, partecipò alla spedizione organizzata dall’abate Giovanni Santini ad Augusta per osservare lo stato di polarizzazione della luce emessa dalla corona solare. Nell’autunno 1872 si trasferì a Roma, all’Università La Sapienza, chiamato a ricoprire la cattedra di Fisica Sperimentale e l’anno dopo venne nominato direttore dell’Istituto Fisico, carica che manterrà fino al 1918. Fu rettore della Sapienza negli anni 1874-76 e preside della Facoltà di scienze dal 1885 al 1891. Blaserna modificò alle radici l’insegnamento della fisica, riunito con la matematica nella Facoltà Fisico-Matematica (denominata dal 1874 Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali). Riformò l’insegnamento della fisica con l’istituzione della Scuola Pratica di Fisica, una autentica novità in Italia, che consentì per la prima volta agli studenti del primo biennio di fare personalmente esperimenti. Fece inoltre istituire una Scuola pratica anche per i laureandi, coordinata da Alfonso Sella. Blaserna inaugurò inoltre la pratica dei seminari di istituto e dei cicli di conferenze tese a diffondere la fisica e le scoperte che soprattutto tra gli anni Ottanta e Novanta dell’ Ottocento si andavano pubblicando nelle riviste straniere più prestigiose. Fondò, a tal fine, nel 1891 il Circolo Fisico di Roma, con il compito di organizzare conferenze sia riservate ai soci sia pubbliche. Rimasero celebri, al riguardo, le otto conferenze sul radio, appena scoperto dai Curie, svolte tra il 1898 e 1899 alla presenza della Regina Margherita. Potenziò infine gli insegnamenti con l’ottenimento di una nuova cattedra di Fisica complementare (1899) che verrà assegnata prima a Sella e poi a Corbino. Progettò e seguì personalmente la costruzione dell’Istituto Fisico di via Panisperna. Gli interessi scientifici di Blaserna erano svariati, dalla geofisica all’elettrotecnica, dall’acustica alla "fisica musicale", dalle proprietà dei gas reali alle correnti indotte. Appassionato di musica (suonava il violino con grande abilità; ideò, tra l’altro, un armonium con 48 note per ottava), in acustica ha condotto studi sulla scala naturale. Autore di La teoria del suono nei suoi rapporti con la musica (Fratelli Dumolard, Milano, 1875; tr. tedesca Die Theorie des Schalls in Beziehung zur Musik, F. A. Brockhaus, Leipzig, 1876). Fece istituire presso l’Istituto di Fisica, nel 1885, l’Ufficio del Corista Internazionale di cui fu direttore. Su incarico del Governo partecipò alla spedizione per studiare l’eruzione dell’Etna del 1879; dallo stesso anno, fu presidente del Consiglio Direttivo di Meteorologia. Fu presidente della Commissione Governativa per il terremoto di Casamicciola, nel 1883; è stato uno dei fondatori del Servizio Geodinamico in Italia per la rilevazione degli eventi sismici. Dal 1887 al 1907 fu presidente del Consiglio di Meteorologia e Geodinamica. Socio della Reale Accademia dei Lincei dal 1873, ne divenne segretario nel 1879 e presidente dal 1904 al 1916. Membro della Società dei XL dal 1877, con funzioni di segretario dal 1897. Fu socio fondatore della Società degli Spettroscopisti Italiani; segretario generale del Comitato Internazionale dei pesi e misure dal 1904; dottore honoris causa delle Università di Tübingen, Königsberg, Erlangen, Andrews. Socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Parigi dal 1910. Fu nominato senatore del Regno d’Italia nel 1890, vicepresidente del Senato dal 1906, vicepresidente dell’Ordine Civile di Savoia. Le testimonianze descrivono Blaserna come un uomo amabile, integro, generoso, dal temperamento artistico (M. Cantone), capace di "creare intorno a sé un’atmosfera di affettuoso rispetto", dal carattere "aperto, gioviale, squisitamente signorile, riguardoso dei meriti, generoso e benevolo nel giudicare i difetti" (Corbino, 1919). Oltre alla musica coltivò la passione per la montagna (fu tra i 50 soci fondatori della Sezione Romana del Club Alpino Italiano, istituita nel 1873). Edoardo Amaldi, in una biografia conservata nell’Archivio Amaldi del Dipartimento di Fisica della Sapienza, scrisse di lui: "Anche se l’opera scientifica di Blaserna è modesta, la sua influenza sulla cultura scientifica del nostro Paese nei primi trenta o quaranta anni di vita del Regno d’Italia è stata senza alcun dubbio notevole. Fin dal 1871 in una pubblicazione dell’Università di Roma, dal titolo "Pensieri di alcuni direttori di stabilimenti scientifici italiani" egli mostra di aver compreso chiaramente la necessità di dare alla ricerca scientifica universitaria una organizzazione e sedi appropriate, proprio come cercò di fare pochi anni dopo quando si dedicò alla costruzione dell’Istituto di via Panisperna, che egli vedeva solo come un esempio, un prototipo, di quanto si doveva fare per altre scienze e altre università. Non è quindi un caso che l’Istituto di via Panisperna sia stato non solo un modello a cui si ispirarono molti altri Istituti scientifici del nostro Paese, ma sia stato per anni anche un centro di incontro per tutti coloro che si interessavano di fisica da cui uscirono giovani che, prima o poi, occuparono cattedre universitarie o altri importanti uffici"
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